sabato 17 ottobre 2009

Un omicidio eccellente di milleseicento anni fa

Flavio Stilicone non era ancora cinquantenne quando il 22 agosto del 408 proprio qui a Ravenna venne fatto uccidere per ordine dell'Imperatore Onorio. Di padre vandalo e madre romana, Stilicone si era sempre considerato cittadino romano ed aveva scalato pian piano tutti i gradi della carriera militare. L'imperatore Teodosio, morto nel 396, gli aveva affidato la tutela dei figli Arcadio e Onorio, preposti alle due parti dell'impero romano unito soltanto di nome. Infatti ci furono subito contrasti riguardo all'Illiria (l'odierna Dalmazia), il cui dominio era rivendicato da Stilicone contro le pretese della corte di Bisanzio. Inoltre Alarico, astuto re dei Visigoti, benchè sconfitto ripetutamente da Stilicone, continuava a minacciare l'Italia. Forse per eccesso di prudenza, o perchè non c'erano più forze sufficienti, Stilicone convocò il Senato, consigliando di venire a patti con Alarico. Il Senato invece rifiutò la proposta, memore del'antica gloria romana, con la frase famosa: "Non est ista pax, sed pactio servitutis" (credo non serva tradurre). Da qui il generale mezzosangue cominciò a perdere credito: fu accusato di mirare al trono e di molto altro ancora. A tali accuse prestò fede anche Onorio, che a Pavia fece trucidare molti ufficiali di Stilicone. Il quale, invece di mettersi alla testa delle truppe rimastegli fedeli, riparò a Ravenna rifugiandosi in una chiesa. Uscito dal tempio dopo che gli era stata promessa incolumità, fu invece circondato a tradimento. Vistosi perduto, offrì egli stesso il collo al carnefice che gli tagliò la testa. Tutto questo fu invano, perchè due anni dopo Alarico scese a Roma e la mise a sacco. Di Stilicone rimane un dittico in bassorilievo conservato a Monza.