lunedì 16 febbraio 2015

Domenico Baccarini, una meteora nel panorama artistico romagnolo



Domenico Baccarini (Faenza, 16 dicembre 1882 - Faenza, 31 gennaio 1907) pittore, incisore e scultore, studia all'Accademia di Belle Arti di Firenze. 
Nel 1902 visita l'Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Torino e nel 1903 la V Biennale Internazionale d'Arte a Venezia. Nei primi mesi del 1904 è ammesso alla Scuola del Nudo dell'Accademia di Francia. 
Partecipa alla Mostra di Belle Arti tenuta a Milano in occasione dell'Esposizione Internazionale per l'apertura del Sempione. Muore a Faenza il 31 gennaio 1907.

Antonio Vivaldi (1678-1741), Tito Manlio, "Sonno, se pur sei sonno e non orrore", Elisabeth Scholl, Federico Maria Sardelli direttore, Modo Antiquo

"Sonno, se pur sei sonno e non orrore,
spargi d'ombra funesta il ciglio mio"

venerdì 6 febbraio 2015

Pino Daniele e la sua prima volta in Romagna



Correva l'estate del 1976, e l'allora PCI, pimpante per il successo elettorale conseguito il 20 giugno, diede mano libera alla sua Federazione Giovanile (FGCI), nell'organizzare presso l'ippodromo della città, fino a dieci anni prima usato anche come stadio per il Ravenna, il Primo Festival Nazionale dei Giovani. Lo spazio era imponente, tant'è che ad agosto vi si svolgeva il Festival de l'Unità, con i concerti dei cantanti più in voga del momento. Nel 1976, per esempio, ospitò un Gianni Morandi che all'epoca stava tentando strade alternative a quelle del grande successo di massa del decennio prima. Ma torniamo a questo Festival, la cui programmazione musicale vedeva, tra gli altri, l'emergente Rino Gaetano, Edoardo Bennato, e un gruppo di Napoli, il "Napoli Centrale", che in quegli anni viveva il suo momento di maggior fulgore. Ebbene, in questo gruppo vi era un ancora sconosciuto bassista napoletano, Pino Daniele. Personalmente ricordo solo Rino Gaetano, che vidi in una fredda e umida serata (il giorno aveva piovuto). Il Festival finì male. Alcuni poliziotti, nel controllare due giovani in possesso di cannabis, furono insultati ed ebbero una reazione violenta, sparando e ferendo non in modo grave i due ragazzi. Questo provocò una reazione rabbiosa da parte di alcune centinaia di giovani venuti da tutta Italia, che sequestrarono un autobus, e misero a ferro e fuoco mezza città. I danni furono considerevoli, e il Festival non fu mai più riproposto. La band di Pino Daniele faceva capo ad uno dei più noti alberghi di Cesena. Rientrati là dopo il concerto, Pino si ritirò in camera sua, mentre gli altri si fermarono a parlottare giù nel parcheggio. Poco dopo a loro si unì il titolare dell'albergo, che rimase lì ancora un po' dopo che i giovani erano rientrati nelle loro camere. E fu allora che da una finestra aperta cominciò ad uscire un effluvio ammaliante di accordi alla chitarra, eseguiti con maestrìa e con mirabile fantasia compositiva. Il titolare dell'albergo rimase vari minuti ad ascoltare in silenzio, come stregato, quella cascata di suoni meravigliosi, e poi rientrò. La mattina dopo il gruppo era di partenza, ed egli li fermò prima che se ne andassero perché voleva conoscere quel chitarrista che lo aveva così colpito. Si presentò un ragazzo moro, ricciuto, a cui fece molti complimenti, e a cui chiese il nome. "La ringrazio" disse lui con evidente imbarazzo "La ringrazio moltissimo... il mio nome? Pino Daniele". Stavano partendo per andare a registrare un disco a Milano. Il titolare del locale lo accomiatò pronosticandogli un futuro di grande successo. Il resto è storia. Ora purtroppo Pino non c'è più, ma sono con noi ancora i suoi compagni, le sue canzoni, e i meravigliosi ricordi, come questo, che ha lasciato in giro per il mondo.