lunedì 22 aprile 2013

Edgardo Siroli, attore



Ricorre il 24 l'ottavo anniversario della scomparsa di Edgardo Siroli, attore di culto della Romagna. Un professionista autentico, che ha fatto inoltre da chioccia a numerosi personaggi che ancora oggi calpestano le tavole dei palcoscenici e che a lui devono parecchio, come, ad esempio Marco Martinelli, attuale direttore artistico di Ravenna Teatro e fondatore del Teatro delle Albe. 
Chi scrive ha potuto vederlo all'opera solo una volta, poco prima della sua scomparsa, al Cinema Teatro Moderno di Castelbolognese, mentre stava interpretando da par suo i versi immortali di Olindo Guerrini detto Stecchetti, il più grande poeta romagnolo tra la metà dell'800 e il primo Novecento. 

Ma chi era Edgardo Siroli?  Nato a Conselice nel 1940, dopo la scuola di recitazione di Bologna si trasferì a Roma dove, agli inizi degli anni '60, esordì giovanissimo nel teatro classico e sperimentale, accanto ad attori del calibro di Lea Padovani, Gian Maria Volontè, Gastone Moschin, Antonio Salinas, Carmelo Bene e moltissimi altri. Lavorò in seguito presso il Teatro Stabile di Fiume, in Austria e in Germania.


Interpretò anche vari ruoli in una decina di film fra il 1960 e il 1970, ed ebbe la fortuna di lavorare con registi come Pier Paolo Pasolini ("Accattone"), Sergio Corbucci, Carlo Lizzani ("Il Gobbo"), Vittorio De Sica, Giuliano Montaldo (L'Agnese va a morire), recitando anche con Alberto Sordi ("Il Presidente del Borgo Rosso Football club") e Totò ("I due marescialli"), anche se la sua grande passione fu e restò per tutta la sua vita il teatro.

Negli anni '70 fondò il Centro Teatrale Emilia Romagna e al ruolo di attore affiancò quello della regia, nel tentativo di portare, tra i primi, più forme d'arte sulla scena, coniugando prosa, poesia, danza, musica, pittura. Morì a Bologna il 24 aprile 2005, il giorno successivo alla prima.

Ora riposa nel cimitero di Fusignano, cittadina dove si trapiantò, e dove la famiglia ha donato alla locale ma prestigiosa Biblioteca "Piancastelli" (diretta da Giuseppe Bellosi, poeta in vernacolo nonchè grande studioso e interprete di Olindo Guerrini), ogni tipo di materiale relativo a Edgardo: copioni, recensioni, locandine cinematografiche e preziosi carteggi.

venerdì 12 aprile 2013

Paolo Mandorlini



Profonda impressione ha destato a Ravenna la prematura scomparsa di Paolo Mandorlini, 51 anni, fratello del più noto Andrea Mandorlini, ex calciatore dell'Inter e attuale allenatore dell'Hellas Verona, in serie B. Entrambi giovanissimi calciatori nella società dilettantistica Low Street (dal nome di una strada di Ravenna che si chiama per l'appunto "Via Bassa"), Paolo non diventò mai un calciatore professionista, anche se a detta di molti era bravo altrettanto come Andrea. A metà anni Ottanta lavorava nello stabilimento balneare di famiglia, il Bagno Taormina, gestito dai genitori (il padre è mancato sei anni fa), a Marina di Ravenna. I funerali si sono svolti presso la Chiesa di San Rocco, dove il parroco Don Ugo Salvatori, decano dei parroci ravennati e tuttora molto attivo specialmente nell'assistenza alle persone colpite dalla crisi, ha rievocato con voce commossa l'amicizia che lo lega alla famiglia Mandorlini da cinquant'anni, e ha tratteggiato un ricordo molto nitido dello scomparso. Era presente anche l'ex moglie e le tre figlie, ora adolescenti. Le cause della morte di Paolo Mandorlini sono tuttora al vaglio della polizia stradale, in quanto avvenuta mentre in scooter si recava al lavoro presso lo Zuccherificio di Mezzano, a dieci chilometri dalla città. Probabilmente un malore o una disattenzione ha fatto concludere la sua corsa nel fossato ai margini della Statale Adriatica. Insieme ad Andrea Mandorlini erano presenti anche i calciatori del Verona, attualmente in ritiro a Bellaria in vista dell'incontro di campionato in trasferta a Cesena.