lunedì 31 dicembre 2012

Presepe di sabbia a Marina di Ravenna





Terminiamo il 2012 con la visita e il relativo filmato al Presepe di sabbia di Marina di Ravenna, nato da pochi anni ma che richiama già scultori e artisti da varie parti del mondo. Il video risale a ieri pomeriggio, complice una luminosa e tiepida giornata, che ha visto le spiagge della località rivierasca gremite di persone di tutte le età, con figli, nipoti e animali al seguito. Persino un solitario cavaliere, che apre la carrellata di immagini. A tutti i lettori ed estimatori di questo blog un sincero augurio di buon 2013. 

mercoledì 26 dicembre 2012

"LA BROJA"







Entrata a pieno titolo nelle commedie "classiche" del teatro dialettale romagnolo, "La Broja" (un tipo di erba palustre), è stata scritta negli anni '60 dal commediografo ravennate Bruno Gondoni, per celebrare l'impresa dei braccianti romagnoli che nel 1883 furono inviati a bonificare le foci del Tevere, favorendo così l'edificazione di Ostia moderna. Per altri particolari si rimanda alle didascalie all'inizio del video, la cui qualità non è ottimale, e di questo ce ne scusiamo. 

domenica 9 dicembre 2012

Benigno Zaccagnini, cent'anni dopo



A cent'anni dalla nascita di Benigno Zaccagnini, faentino, segretario della Democrazia Cristiana dal 1975 al 1980, e infine scomparso a Ravenna nel 1989, dove abitava già da ragazzo, riportiamo questa intervista con Romano Argnani, che fu suo collaboratore per cinque anni quando era dirigente centrale dell'ufficio problemi del lavoro e dal 1974 consigliere nazionale della DC.

Quando ha conosciuto Benigno Zaccagnini?

Nell'immediato dopoguerra. All'epoca abitavo nel forese e ricordo che Benigno veniva spesso a Mezzano per dialogare coi giovani. Lo chiamava il cappellano Don Pippo, che era poi suo fratello.

Cosa lo colpiva del suo carattere?

La sua bontà e il suo equilibrio. Non l'ho mai sentito parlar male di nessuno. Era nel suo intimo. E poi quella sua capacità di riuscire a smorzare i toni e mettere d'accordo le parti avverse.

Ricorda qualche episodio particolare?

Una volta eravamo a Conselice, in una non facile riunione di Partito nel corso della quale si era accesa una vivace discussione fra le correnti di destra e di sinistra. La destra ad un certo punto si mise a cantare addirittura "Giovinezza", mentre la sinistra rispondeva con "Bella ciao". Benigno, nel tentativo di mettere d'accordo tutti, intonò una canzone in dialetto romagnolo!

Che ricordi ha dei tanti viaggi compiuti insieme a lui?

Bè, quando si andava via in macchina voleva guidare lui perchè gli piaceva molto. Con noi viaggiavano spesso il suo inseparabile amico Giordano Mazzavillani (grande poeta in dialetto ravennate, ndr), e il professor Santacroce. Quando c'era Giordano il clima era molto allegro, perchè era tutto un raccontare di fatti romagnoli molto coloriti, o barzellette. Con Santacroce invece si parlava soltanto di politica.

La città sta celebrando la sua figura, in occasione del Centenario della nascita. Quali aspetti si possono sottolineare?

Spesso si diceva che Zaccagnini non s'interessava dei fatti della sua città, ma questo non è assolutamente vero. Se Ravenna ha avuto l'Anic lo si deve in gran parte a lui che interessò al problema Enrico Mattei e l'allora ministro Medici. E pensiamo al porto, per il quale Benigno si adoperò per finanziarne le infrastrutture. Anche la bretella autostradale che da Imola raggiunse la città nel 1966, togliendola in parte da un secolare isolamento, fu possibile grazie ai suoi sforzi.

Zaccagnini s'interessò anche della delicata questione dell'aeroporto militare.

Sì, in un primo momento si pensava di costruire l'aeroporto nelle vicinanze della Basilica di Classe, ma Don Mesini fece capire che il rombo degli aerei avrebbe danneggiato la Basilica. La Nato, allora, propose di costruirlo nella zona dove poi sarebbe stata edificata l'Anic, e fu allora che Zaccagnini convinse il ministro Taviani di spostare il progetto a Pisignano di Cervia, dove poi venne realizzato.

Cosa le è rimasto dell'insegnamento di Zaccagnini?

Il ricordo di un vero democratico. Lui ascoltava molto la gente e anche all'interno del Partito non imponeva mai le sue decisioni. Voleva che emergessero dalla "base", anche quando erano diverse dalle sue.

Durante i vostri viaggi, quando non parlavate di politica, di cosa parlavate?

Del più e del meno. Benigno era un uomo silenzioso, meditativo, e un uomo di grande fede che spesso chiudeva le chiacchiere invitando a recitare il Rosario.

Benigno Zaccagnini partecipò alla Resistenza in una formazione cattolica col nome di battaglia "Tommaso Moro", il vescovo scozzese famoso per aver scritto, trecento anni prima di Proudhon, che "la proprietà privata è un furto". Dopo la guerra sposò una ragazza di quel gruppo, di cui era una delle staffette.