giovedì 16 luglio 2009

Morto il grande oncologo ravennate SILVIO BUZZI


E' morto nella notte a 79 anni per una malattia incurabile Silvio Buzzi, neurologo e oncologo ravennate noto per le sue ricerche antitumorali in via di sperimentazione in Giappone dopo il via libera un paio di anni fa dell'organizzazione governativa nipponica Pharmaceutical medical devices agency (Pmda). Il nome di Buzzi era legato al Crm197, un derivato della tossina difterica in grado, secondo le sue analisi, di bloccare l'avanzata di determinati tipi di tumore, e in alcuni casi di farli scomparire. Le ricerche del ravennate, iniziate oltre trent'anni fa lontano dai tradizionali circuiti accademici, erano state pubblicate su riviste scientifiche internazionali come 'The Lancet', 'Cancer Research', 'Cancer Immunology Immunotherapy e Therapy', 'American Association for Cancer Research'. Il medico aveva fissato la sua attivita' in un libro autobiografico dal titolo 'Il talco sotto la lampada' (Ares edizioni). Il caso era stato piu' volte ripreso dalla stampa nazionale. A breve Buzzi avrebbe ricevuto dalla Camera di Commercio ravennate il 'Premio Teodorico' per il settore 'ricerca'. I funerali sono stati fissati per domani mattina a Ravenna. Appresa la notizia, il sindaco della citta' romagnola Fabrizio Matteucci, attraverso una nota, ha espresso a nome della citta' le condoglianze alla famiglia dello scomparso.

Era un gentiluomo d'altri tempi, il Dott. Buzzi. La sua scoperta risale al 1970, e prima di diventare una celebrità italiana, sulla scia però delle scoperte del Prof. DiBella, lo era dovuto diventare all'estero, come in Giappone, dove lo veneravano. Molta gente è riuscita a guarire grazie alla sua scoperta e questo anche in Italia, fino a che improvvisamente qualcuno ha stoppato i test. Lui non aveva minimamente battuto ciglio, rifiutandosi persino di brevettare la molecola che aveva scoperto, rinunciando a una montagna di soldi, anche se certamente non era povero. Lascia la moglie e tre figli, di cui Anna Maria, la maggiore, è neurologa all'ospedale di Lugo di Romagna, uno dei primi in Italia per qualità dell'assistenza e delle cure (io ne sono un esempio vivente di ciò). Insieme al padre stava lavorando su effetti collaterali del CRM197: cura delle placche arteriose, con effetti benefici su infarti, ictus e aterosclerosi. Il tumore, quasi fosse un'organismo intelligente, ha colpito proprio uno dei suoi più acerrimi nemici. Quando lo hanno scoperto, un mese fa, era già troppo tardi.

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