Se ad un quiz televisivo venisse chiesto dove è stata inventata la
ghigliottina diversi concorrenti non passerebbero il turno. Nonostante
la facile associazione di idee “rivoluzione francese – presa della
Bastiglia – 1789 – ghigliottina”, la risposta è tutt’altro che scontata.
Ebbene il documento scritto più antico raffigurante lo strumento di morte è conservato niente meno che a Cesena. Le più antiche sentenze capitali documentate sono state eseguite proprio nella città malatestiana in anno domini 1489. Molto prima dell’invenzione di Guillotin da cui prese il nome in epoca moderna.
Se è vero che con la rivoluzione francese questo strumento venne
adottato su vasta scala, è altrettanto vero che non fu una invenzione
d’oltralpe. Le notizie che seguono sono state raccolte in un saggio di Antonio Domeniconi contenute in un volume della rivista “Studi romagnoli” (vol. IX del 1958);
gli elementi della sua ricerca sono stati esposti dal 29 agosto al 30
settembre del 1958 nella Biblioteca Malatestiana durante la mostra
“Cesena del Passato”. L’autore ha riportato in luce rivelazioni
rinvenute fra i libri conservati presso l’archivio di Stato sezione di
Cesena di via Montalti, 4.
In una nota a piè di pagina del saggio di Domeniconi incentrato
sull’uso della ghigliottina a Cesena, l’autore spiega che questo
strumento era già noto in tutti i paesi europei prima della presa della
Bastiglia. In Scozia era chiamata the Maid, in Germania Diele e in Italia la mannara.
I Libri Malleficiorum spulciati da Domeniconi conservati nell’archivio di Stato sono del 1488-1489 e del 1489-90 e contengono i verbali delle istruttorie dei processi penali dell’epoca.
I Libri Malleficiorum spulciati da Domeniconi conservati nell’archivio di Stato sono del 1488-1489 e del 1489-90 e contengono i verbali delle istruttorie dei processi penali dell’epoca.
“Nel primo di questi libri – scrive Domeniconi – c’è l’istruttoria del procedimento penale a carico di Guglielmo di Nicolò da Libiano
processato per aver assassinato a coltellate, nel maggio del 1489,
Donato di Maestro Antonio. […] Il processo si è concluso con la condanna
a morte per decapitazione”.
A mostrare l’avvenuta sentenza ci ha pensato il notaio cancelliere con un disegno a tutta pagina che indica l’avvenuta esecuzione con uno strumento del tutto simile alla ghigliottina.
A mostrare l’avvenuta sentenza ci ha pensato il notaio cancelliere con un disegno a tutta pagina che indica l’avvenuta esecuzione con uno strumento del tutto simile alla ghigliottina.
Stessa sorte per un certo Paolo del fu Cristoforo Antoniazzi da Paderno. A far da corredo alla pena capitale c’è una lunga lista di reati.
Ecco l’elenco scritto nei libri dei malefici e ripreso da Domeniconi:
“Uccisione di Salomone di Val d’Amore avvenuta nel settembre 1486. Uccisione a mezzo di veleno nel gennaio 1487 di Gentile Cavalli da Cesena con la complicità della di lui moglie Mirabile che gli propinò l’arsenico. In seguito la donna diventò sua moglie. Furto di una ruota di carro presso la chiesa di San Pietro in unione a Toniolo, suo socio in imprese ladresche nell’ottobre 1488 […]. Furto di scarpe sempre in unione a Toniolo in una bottega di porta Figarola nello stesso anno. Furto a Senigallia di una cintura d’argento e altri preziosi nel giugno 1489. Rapina a mano armata contro detto Gilio nel ritorno da Senigallia”.
“Uccisione di Salomone di Val d’Amore avvenuta nel settembre 1486. Uccisione a mezzo di veleno nel gennaio 1487 di Gentile Cavalli da Cesena con la complicità della di lui moglie Mirabile che gli propinò l’arsenico. In seguito la donna diventò sua moglie. Furto di una ruota di carro presso la chiesa di San Pietro in unione a Toniolo, suo socio in imprese ladresche nell’ottobre 1488 […]. Furto di scarpe sempre in unione a Toniolo in una bottega di porta Figarola nello stesso anno. Furto a Senigallia di una cintura d’argento e altri preziosi nel giugno 1489. Rapina a mano armata contro detto Gilio nel ritorno da Senigallia”.
Condanna capitale fu decisa, incredibile a dirsi, il 14 luglio del 1489 e fu eseguita nello stesso mese.
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