sabato 11 febbraio 2017

Forlì. Patrizia Diamante intervista Roberto Brunelli, esperto di arte e finanza




- A proposito di Arte Fiera Bologna edizione 2017, quali sono state le tue impressioni in merito?

Il visitatore (SOGNI E CONFLITTI. LA DITTATURA DELLO SPETTATORE, aveva titolato nel 2003 Francesco Bonami la sua Biennale di Venezia) sa scegliere, non va educato e indirizzato: lo si sta vivendo e vedendo nella politica; la gente vuole tornare a vedere, a ragionare e soprattutto a scegliere, magari tra quello che noi non consideriamo Arte ma che per loro sono stimoli e emozioni, con la propria testa, e non ha bisogno (e ciò si sta dimostrando fallimentare in tutti i settori) che altri pensino di poter decidere per loro cosa è giusto vedere esposto ed è bene scegliere.

Avevo salutato con estremo entusiasmo la scelta della Dr.ssa Vettese alla direzione di Arte Fiera ma, pur mantenendo inalterato il giudizio estremamente positivo che ho tuttora di lei, devo purtroppo constatare che, almeno ad oggi, la "cura Vettese" non ha ancora dato gli auspicati frutti. Era ovvio che sarebbe stato difficile, se non impossibile, ravvivare in pochi mesi una manifestazione che soffre ormai di una malattia cronica, ma la medicina ci insegna che una qualche cura si può sempre trovare, e che può comunque migliorare le condizioni di vita del paziente.

Oggi giorno si tende invece a selezionare rigidamente non soltanto le Gallerie che partecipano all'evento ma addirittura a chiedere loro un programma, come se la Galleria avesse al suo interno solo quegli Artisti "per investimento e/o di valore", scelta questa che si rivela deleteria per tutti gli Artisti "non convocati", frustrandone il morale e insinuando il tarlo, nei collezionisti che magari soltanto pochi mesi prima hanno acquistato le loro opere nella stessa Galleria, che essi non siano poi così tanto "ben visti" dal gallerista stesso. Ci si dimentica che l'Italia è diversa dal resto d'Europa: un tempo, quando c'era ancora la CEE, si parlava ancora del "Paese dei Cento campanili"; ci si scorda spesso che la sua ricchezza, la sua storia e la sua Arte è per l'appunto la somma di quelle diversità, di quelle molteplici scelte e di quelle originali individualità.

- Parlaci del tuo libro "Anninovanta 1990-2015. Un percorso nell'arte italiana". Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scriverlo? e con chi hai collaborato?

Il libro è stato il primo tentativo di analisi attraverso una prospettiva storica della generazione di artisti italiani attivi tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila. Al volume è stato già riconosciuto pienamente questo merito essendo stato inserito in queste prestigiose Biblioteche Internazionali: https://www.worldcat.org/title/anninovanta-1990-2015-un-percorso-nellarte-italiana/oclc/905852983&referer=brief_results

Sono molto riconoscente al Prof. Cosimo Semeraro Ordinario di Storia Moderna e Contemporanea e Segretario Emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche della S. Sede che ne ha voluto curare la Presentazione.

- In una tua intervista parli dell'arte come un fenomeno visionario, e della capacità, da parte di alcuni artisti, di cogliere i segnali dal futuro. Credo che attraverso l'arte sia possibile capire meglio la storia nella sua evoluzione, i cambiamenti sociali e così via. Questo può voler significare, che l'artista non è affatto un eremita lontano dal mondo. Allora perché non si presta troppa attenzione alla sua opera da un punto di vista sociale?

Con il Libro "Anninovanta 1990 – 2015. Un percorso nell'arte italiana" ho voluto favorire, forse per primo, un doveroso processo di storicizzazione di quella generazione di artisti che ha visto la sua massima espressione negli anni '90. Oggi è più che mai auspicabile che ai nostri Artisti venga finalmente riconosciuto quel merito, quel ruolo di anticipatori che rivestono tutti i veri Artisti della storia dell'arte, artisti che hanno messo in scena nelle loro Opere i problemi umani e sociali della vita quotidiana, anticipando di molti anni, con illuminata lungimiranza, la crisi di valori, non soltanto economici, che la nostra società sta ora vivendo drammaticamente. Come vado scrivendo ormai dal 2007 sul forum di FinanzaOnLine con lo pseudonimo di "investart" la maggior parte dei collezionisti, dei critici e degli addetti ai lavori non ha ancora voluto vedere ciò che quegli artisti ci stavano raccontando con le loro opere. Allora non era facile: nel tempo del "tranquilli siam qui noi", quando tutti vivevano al di sopra delle loro reali possibilità, cullati dall'illusione che tutti potevano divenire proprietari di una casa pagando un mutuo e continuando a spendere e spandere in aperitivi & Co., era più facile voltarsi dall'altra parte ed ignorare i messaggi premonitori che gli artisti ci stavano mandando. Pure erano lì, con i loro quadri, a dirci "attenzione: questo sarà il futuro". Almeno oggi, è impossibile non riconoscere la nostra miopia.

Dalla lettura del volume emergono chiaramente gli Artisti che meglio di altri hanno anticipato l'enorme crisi di valori ancor prima che economica che il mondo globalizzato sta vivendo in questi anni.

- Quali sono stati i mutamenti sostanziali nel periodo che hai ricordato, in termini di mercato e di collezionismo delle opere?

La domanda che più frequentemente viene posta a noi addetti ai lavori da chi si avvicina da poco al mondo dell'Arte è se vi siano certezze, domanda alla quale personalmente rispondo che, se fosse tutto così automatico, sarebbe sufficiente recarsi assieme alla moglie da Gagosian, acquistare uno o più Lavori di Artisti da lui rappresentati, magari accedendo a un finanziamento privato, per poter poi pagare gli studi universitari ai figli, e magari poter lasciare loro un piccolo capitale per quando metteranno su famiglia. Ma, come è vero che I prezzi delle Opere d'Arte sono estremamente difficili da anticipare nel breve termine, è altresì vero che il mercato dell'Arte, come quello finanziario, è un "mercato efficiente", che, come sostiene il Premio Nobel per l'economia, Eugene Fama, il mercato non sbaglia e va lasciato fare, senza controlli e interferenze pubbliche, poiché questo tende spontaneamente all'equilibrio. Ebbene ciò che è successo al mercato azionario ha avuto un riflesso anche per il mercato dell'Arte. Gli studi empirici degli economisti sulle variazioni dei prezzi di azioni e obbligazioni sono infatti sovrapponibili a quelli dell'Arte e degli Artisti. Se prendiamo ad esempio il crack della new economy, la bolla dei subprime e la crisi dei titoli sovrani somigliano a ciò che è avvenuto negli stessi anni anche nell'Arte. Artisti osannati, portati alle stelle e poi svaniti nel nulla, oppure che hanno visto crollare in un istante le loro quotazioni, che poi il tempo ha restituito, o sta restituendo, o restituirà in un prossimo futuro.

Insieme allo Storico dell'Arte Salvatore Puzella nel libro "Investire in Arte e Collezionismo" abbiamo spiegato in modo assolutamente innovativo i meccanismi del mercato dell'arte, visto e considerato che nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere il futuro abbiamo scritto un libro all'incontrario elencando tutti gli errori da non fare quando ci si avvicina all'investimento in arte, se il collezionista eviterà tali "errori" molto probabilmente le probabilità di vedere un giorno premiate le proprie scelte aumentano in numero esponenziale rispetto al "fai da te" o ai consigli per gli acquisti riportati in maniera più o meno disinteressata dalla letteratura, periodica o meno di settore.

- Ritengo che sia innegabile il valore di alcuni vecchi galleristi, amici degli artisti, eroici se hanno tentato a loro spese (e talvolta fallendo) di colmare grosse lacune in ambito pubblico, ma in moltissimi casi, oggi, a mio parere, abbiamo a che fare con degli "affittacamere" spregiudicati e un po' superficiali che badano solo a vendere spazi. Come si dovrebbe muovere una galleria d'arte per essere credibile?

La Galleria dovrebbe innanzitutto programmare con almeno 12 mesi di anticipo la propria attività, offrire un mix di Artisti che parlano per primi loro stessi tra loro con i propri Lavori e cercare una vera internazionalità cercando di essere presente a eventi fieristici internazionali di prestigio e cercando contatti, non a pagamento, cosa difficile ma non impossibile, con Critici e Curatori italiani e/o stranieri che credono loro per primi nell'Artista. Non dimentichiamo mai che il Critico vive e ha successo grazie all'artista e al suo Lavoro, e un serio professionista non si lascia certo scappare il valore (storico prima ancora che economico) quando e se vi si trova al cospetto.

- Assistiamo anche a un proliferare di Prize internazionali a pagamento dove non c'è una reale selezione, l'unica selezione è il pagamento dello spazio da utilizzare... forse l'arte ha preso una deriva un po' troppo simile ai grandi centri commerciali.

Il proliferare di tale "nefaste" manifestazioni a pagamento si deve esclusivamente alle responsabilità degli Artisti che vi vogliono partecipare, se mancasse una richiesta di eventi del genere crollerebbe immediatamente anche la loro proposta.

Personalmente trovo vergognoso in certe tali manifestazioni i patrocini che le Istituzioni (leggasi quindi lo Stato) a volte rilasciano con una troppa leggerezza e superficialità.

Lasciami però spezzare una lancia a favore dei centri commerciali, con i nostri centri storici che soffrono di carenze croniche di parcheggio e il "vigile elettronico" che controlla gli accessi delle Zona a Traffico Limitato rendendo molto probabile per il "visitatore forestiero" l'incappare in una multa (i varchi d'accesso sono spesso mal segnalati anche dai navigatori più aggiornati), l'idea di "spostare" l'Arte e le Gallerie in centri facilmente raggiungibili e fruibili la vedo come una grande opportunità per il futuro di certe attività commerciali di settore.

A tal proposito mi piace qui ricordare il volume "Chi colora Nanù?" scritto insieme all'Artista Stefano Tedioli con lo scopo di avvicinare i bambini all'Amore per l'Arte fin dalla più tenera età e di cui una parte del ricavato dalla vendita dei libri viene devoluto in beneficenza all'Organizzazione di Solidarietà con popolo SAHARAWI, "RIO DE ORO Onlus".

- La pittura può venire giudicata dalle giurie insieme alla fotografia e a tutte le altre forme d'arte o di artigianato? si possono collocare sullo stesso piano?

In Italia i Premi nell'Arte non hanno fino ad ora funzionato, "i giudici" dovrebbero essere persone che con il loro Lavoro/Passione hanno negli anni dimostrato di avere loro in primi lanciato e soprattutto consolidato Artisti arrivati all'attenzione di Istituzioni/Musei/Collezioni soprattutto straniere. Non vedo oggi nella stragrande maggioranza dei giurati nostrani persone di questo calibro, forse in futuro occorrerebbe "dare in gestione" la giuria di questi Premi nostrani a eminenze o meglio eccellenze straniere, penso soprattutto inglesi e americane.

- Quali sono i paesi del mondo che attualmente propongono cose interessanti, a tuo parere?

Gli U.S.A., in particolare a Los Angeles e a New York rimangono il vero fulcro vitale per l'Arte Contemporanea mondiale, attualmente il mercato globale permette di poter però scoprire ovunque nuovi artisti.

- La vetrina del web può sostituire quella reale per la vendita delle proprie opere?

Sicuramente sì e l'Italia o meglio il collezionista italiano sta già pagando di tasca propria questa arretratezza e provincialismo dei nostri Galleristi ancora chiusi a riccio all'interno delle loro Gallerie e timorosi di confrontarsi con un mercato oramai veramente globale. Gli acquisti di Opere d'Arte sul web sono in costante aumento in tutto il mondo e colossi come Amazon on-line Art Gallery che si sono già posizionati sul settore testimoniano che indietro non è possibile tornare, la strada ormai è stata tracciata.

- Ad Arte Fiera ho sentito insistentemente parlare di una tua futura Mostra sugli Artisti italiani della "Generazione anni '60" (ovvero nati tra il 1960 e il 1970) richiesta a gran voce da Artisti e addetti ai lavori. Puoi darci qualche anticipazione?

Sarebbe molto bello; ma è veramente una cosa molto impegnativa. Ci vorrebbe una bella mostra, sarebbe molto interessante, uno dei pochi casi in cui un libro ("Anninovanta 1990-2015. Un percorso nell'arte italiana") determini una esposizione, in genere avviene sempre il contrario, anche per questo, il mio, è un vero testo di critica d'arte.

Vorrei infine ringraziare per l’attenzione e, per chi volesse continuare il discorso, rimando l'appuntamento sul Forum di FinanzaOnLine della Brown Editore.

Roberto Brunelli http://www.brunelliroberto.it/

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