venerdì 5 giugno 2009

Festival delle Culture a Ravenna

Termina domenica sera a Ravenna la seconda edizione del Festival delle Culture. Un Festival che ha come obiettivo quello di portare alla luce tutte le variegate culture ormai da tempo insediatesi in Romagna. Islamici, copti, ortodossi, e, etnicamente parlando, cittadini asiatici, africani e americani del nord e latini, che già da decenni convivono e prosperano nella nostra terra. Moltissimi i concerti e i dibattiti in programma durante tutta questa settimana, ma, al di là della fredda cronaca degli eventi, pur interessati, mi è sembrato giusto dare voce al Presidente del Festival, lo scrittore algerino TAHAR LAMRI, mio coetaneo e amico personale, che risiede a Ravenna da un quarto di secolo.
COME SEI RIUSCITO A COINVOLGERE TANTI SOGGETTI COSI' DIVERSI IN UN PROGETTO COSI' AMBIZIOSO?
L'idea principale è quella di far confluire le culture cittadine. Il festival nasce dal basso, da una cultura orizzontale e popolare, e volendo unire generazioni e tradizioni spesso all'opposto. Si è passati, ad esempio, dal concerto di oggi della banda comunale ad esibizioni di giovani rapper e ad un autore come Gregor Ferretti. Il Festival vuole testimoniare come gli stranieri siano anche grandi portatori di cultura e siano estremamente generosi verso la città che li ospita.
NON C'E' IL RISCHIO INVECE DI SOTTOLINEARE LE DIFFERENZE PIUTTOSTO CHE LE ASSONANZE?
Per evitare questo si è per l'appunto costruito un programma che prevede molte contaminazioni per contribuire alla conoscenza reciproca sopratutto fra stranieri stessi. In nessuna altra realtà italiana vi è una capacità simile di lavoro in rete delle nostre associazioni. Lo scopo del Festival è anche e sopratutto quello di fungere da catalizzatore e quindi evitare derive pericolose. Ravenna è ormai una città multiculturale oltre che multirazziale.
TI PREOCCUPA IL CLIMA DI SCONTRO CHE STA SORGENDO IN ITALIA INTORNO AI TEMI DELL'IMMIGRAZIONE?
Io non mi preoccupo del momento attuale... dico solo che dobbiamo fare le cose e basta. Il mio Paese, ad esempio, è stato liberato da sei persone che hanno combattuto contro tutto e tutti ed alla fine hanno vinto.
TU ORMAI SEI A RAVENNA DA UN QUARTO DI SECOLO (Tahar è stato sposato ad una ravennate da cui poi si è separato). TI SENTI ANCORA STRANIERO?
In verità non mi sono mai sentito straniero. Io sono una sintesi, una specie di somma d'identità. Le definizioni generali funzionano per i gruppi e per chi immagina una società statica. Ma nella realtà i singoli individui ogni giorno devono inventarsi e far crescere una propria specifica personalità.
Gran finale domenica sera, quindi, presso i Magazzini Almagià, nella zona del porto, che un secolo fa erano degli enormi depositi per lo stoccaggio dello zolfo, e oggi sono uno stupendo contenitore di realtà artistiche, vero fiore all'occhiello per la città di Ravenna e per tutta la Romagna.

5 commenti:

  1. spero che queste siano le basi per il cambiamento del futuro, visto che nel nordovest di questo ridicolo paese, c'è chi pensa di farsi rappresentare in europa da un deficiente come matteo salvini

    RispondiElimina
  2. Grazie Frank, è un momento molto pesante per il nostro paese... speriamo bene...

    RispondiElimina
  3. Bella intervista.

    Purtroppo devo dar ragione a Frank e Pralì...brutta e delicata situazione, specie, ma non solo, nella mia regione...

    Ben vengano dunque maggiori spazi a dibattiti, concerti, e tanto altro in TUTTE le regioni, città, provincie d'italia...forse non basteranno 6 persone a "liberare il nostro paese" ma confido nel Singolo, che si esponga di più anche nel rispondere a tono e senza troppa diplomazia a tutto ciò che sa esser ingiusto e stupido! Con intelligenza...ma al diavolo la diplomazia a tutti i costi...al bando la pigrizia del non voler inutilmente discutere...

    Sorriso, eris*

    RispondiElimina