venerdì 23 agosto 2013

Centocinquant'anni di ferrovia

Treni, 150 anni fa la nascita della Castel Bolognese-Ravenna


Oggi il sindaco e i gruppi consiliari del Comune di Castel Bolognese ricordano l’importante inaugurazione della ferrovia Castel Bolognese-Ravenna, avvenuta il 23 agosto 1863. Come ricorda Paolo Grandi, consigliere comunale, storico locale, esperto ed autore di diversi scritti sui treni a Castel Bolognese, col primo settembre 1861 veniva ufficialmente aperta al pubblico la ferrovia Bologna-Forlì, e il primo treno a vapore mai visto dai cittadini castellani passò dalla loro cittadina.
Ma già mentre fervevano i lavori di costruzione della ferrovia adriatica, nacque il problema del collegamento con Ravenna e il suo importante porto. Il punto era trovare la località più opportuna per allacciare la nuova ferrovia per Ravenna all’Adriatica. Di questo si fece carico Luigi Gamba, nobile ravennate e ministro del governo Farini (anche lui romagnolo). L’ing. Carlo Scarabelli di Imola, investito della questione, in uno scritto del 1860 propugnò la soluzione del collegamento a Castel Bolognese, che si rivelò vincente: il 7 dicembre 1861 un decreto governativo sanzionava la concessione per la costruzione della linea Castel Bolognese-Ravenna, e i lavori furono assegnati alla ditta milanese Gonzales e Tatti.
L’intera tratta fu aperta, appunto, il 23 agosto 1863. Sempre Grandi ricorda come la progettazione della linea venne fatta in breve tempo. Diventando nodo ferroviario, la stazione di Castel Bolognese fu ingrandita: vennero prolungati i binari verso Bologna, fu ampliato il fabbricato viaggiatori, venne realizzato il binario 4 a servizio del traffico viaggiatori e fu costruito un piccolo deposito locomotive con piattaforma girevole lato Rimini e il deposito per le carrozze lato Bologna.
In quel lontano giorno di centocinquant'anni fa i Ravegnani accolsero festosamente il primo treno della linea sul quale viaggiarono i sindaci di Castel Bolognese e di Ravenna, il Prefetto, il Provveditore agli Studi e, come rappresentante del Re, il Principe Eugenio di Savoia-Carignano con un seguito nutrito. La festa cittadina proseguì in serata al Teatro Alighieri, capace di 900 posti, illuminato a giorno da lampade a gas, ma fu guastata da tumulti provocati da alcuni ravennati di fede Repubblicana, che non gradirono la presenza a Ravenna del Generale Cialdini, che l'anno prima aveva fermato Garibaldi sull'Aspromonte mentre si avviava verso Roma, sparandogli addosso. In quell'occasione morirono dodici garibaldini e fu ferito lo stesso Garibaldi, da cui nacque una famosa canzoncina popolare. I tumulti, tra l'altro, videro protagonisti alcuni volti noti della nobiltà cittadina, che furono incarcerati e rilasciati mesi dopo grazie all'esborso di una salatissima penale. Durante il primo conflitto mondiale, la ferrovia Castel Bolognese-Ravenna fu oggetto di un notevole traffico. La stazione di Ravenna fu bombardata dagli Austriaci e, insieme con lei, una parte della linea ferroviaria.
Nella stazione di Castel Bolognese invece si lavorava alacremente: le tradotte ferroviarie che pervenivano da Firenze, arrivavano a Castel Bolognese; di qui ripartivano per Lugo, da dove con regresso proseguivano per Lavezzola, Ferrara e per il fronte. Inoltre, vari treni ospedali venivano smistati e trasferiti sulla breve ferrovia privata per Riolo Terme. Arrivò poi la seconda guerra mondiale e le stazioni di Castel Bolognese e di Ravenna furono bombardate e l’intero tronco subì molti danni. Il dopoguerra si aprì all’insegna della ristrutturazione. Furono rinnovati i binari e le traversine, vennero ricostruite le stazioni di Castel Bolognese, Russi e Ravenna, mentre le rimanenti subirono restauri. Nel 1960 la linea venne completamente elettrificata. Oggi la Castel Bolognese-Ravenna è interessata da un notevole flusso di viaggiatori pendolari e anche il traffico merci è notevole. Per i prossimi mesi, si sta pensando di organizzare un’esposizione sulla stazione e il nodo ferroviario di Castel Bolognese. Una cosa, alla fine, è certa: nel 1860 le cose si realizzavano molto più volecemente di oggi.



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