Intervista a Guido Leotta, MobyDick editore
Guido Leotta è direttore editoriale di Mobydick
fin dal 1985 (anno di uscita del primo numero della rivista “Tratti”).
Scrive prosa e poesia, libri per ragazzi e monologhi teatrali. Suona il
flauto e il sax nel quintetto bluejazz “Faxtet”, con cui ha appena
realizzato l’album “Coffee Break”. Il gruppo, con oltre 400 concerti
all’attivo e alcuni tour europei, da anni si dedica all’abbinamento di
note e parole e ha realizzato numerose incisioni creando la colonna
sonora ai testi di scrittori italiani e stranieri per la voce di attori
come Ivano Marescotti, Elena Bucci, Ferruccio Filipazzi …
MobyDick editore ha più di dieci anni di attività. Come è nato,
chi sono stati i pionieri, quali intenti li hanno spinti, con quali
mezzi è partito?
Mobydick compie 25 anni. E nacque con
l’intento di raccogliere la “creatività regionale” sia dedita alla prosa
che alla poesia, ma anche alla traduzione, alla musica e letteratura
(siamo stati i primi in Italia) al teatro e alle arti figurative: a
tutto campo, privilegiando le contaminazioni. Per fortuna i nostri
contatti con l’estero e un paio di titoli azzeccati (in particolare le
“Poesie” di Joseph Roth, inedite per l’Italia) nonché un ambiente
critico e letterario all’epoca assai sensibile alla piccola editoria, ci
hanno permesso di consolidarci.
Perché la scelta di questo nome?
Piccolo
editore con grande nome! Balena bianca — simbolo di una “diversità”
nelle scelte e nella progettualità. E comunque un gran bel libro cui
ispirarsi …
Cosa consiglieresti a chi si accinge a fondare una casa editrice?
Consiglierei
di non farlo … Scherzi a parte: ho creduto e credo in valori non sono
quanto condivisibili, un quarto di secolo dopo: le energie sono quelle
legate alla cura, all’attenzione, alla indispensabile concretezza mai
disgiunta da una solida “poetica” culturale e (mi permetto la retorica)
di vita.
Ci fai un esempio di quanta energia occorre?
Noi siamo in quattro, lavoriamo per otto, prendiamo la paga di due.
I
titoli in catalogo spaziano dalla narrativa ad altri generi. Gli autori
sono molti, ti chiediamo ugualmente di darci qualche ragguaglio sulle
ultime uscite.
Un esordio di un settantacinquenne (“Iter
Mortis”, di Marcello Savini), la conferma di uno dei più interessanti
narratori italiani contemporanei (“Squilli di fanfara lontana”, di
Giuseppe O. Longo) e un vero Poeta con la P maiuscola (“Da Parnell a
Queenie”, dell’irlandese Padraig O Snodaigh). Ma anche l’esordio poetico
di un giovane che si dedica anche alla canzone d’autore (“Conflitti
postumi”, di Gregor Ferretti).
Riservate anche spazio alla alla musica, che generi privilegiate? Soprattutto
alla letteratura in musica: la collana Carta da Musica, unica in
Italia, che documenta la collaborazione progettuale tra musicisti
(prevalentemente jazz) con scrittori (da Lucarelli a Rigosi) con attori
dalla giusta sensibilità (Elena Bucci e Matteo Belli, su tutti).
Un vostro libro che è un omaggio alla fantasia
Tra
i recenti? “L’inatteso”, del grande Gino Tasca, purtroppo scomparso,
che quindi non potrà regalarci altre indimenticabili emozioni.
Il libro più spiritoso
“Tutto quello che gli uomini sanno delle donne”
Quello che fa più riflettere
Privilegiando i recenti “Una notte di luna piena” del gallese Caradog Prichard.
Quello che ha venduto di più
Il già citato “Tutto quello che …” e poi “L’enigma e le maschere” di Fernando Pessoa.
Ma anche “Vorrei essere il pilota di uno zero” di Carlo Lucarelli.
Quello che avreste voluto pubblicare
“Ulisse”, di Joyce.
Quanti manoscritti ricevete all’anno?
Duecento, circa. Anche qualcosa in più.
Quanti di questi vengono pubblicati?
Una decina.
Date risposta comunque, anche se negativa?
Sì, un parere — senza presunzione di “bibbia” — lo scriviamo a tutti.
Ci saluti con una citazione da un testo di Moby Dick editore?
“In discesa è capace di andare anche una zucca”.
Quello che avreste voluto pubblicare
“Ulisse”, di Joyce.
Quanti manoscritti ricevete all’anno?
Duecento, circa. Anche qualcosa in più.
Quanti di questi vengono pubblicati?
Una decina.
Date risposta comunque, anche se negativa?
Sì, un parere — senza presunzione di “bibbia” — lo scriviamo a tutti.
Ci saluti con una citazione da un testo di Moby Dick editore?
“In discesa è capace di andare anche una zucca”.
Data: 9 aprile 2010
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PER APPROFONDIMENTI, QUI:
Moby Dick
Paolo Nori 13 maggio 2013
Corriere di Romagna 2 febbraio 2014
Romagna noi
Barbara Garlaschelli ricorda Guido Leotta
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PER APPROFONDIMENTI, QUI:
Moby Dick
Paolo Nori 13 maggio 2013
Corriere di Romagna 2 febbraio 2014
Romagna noi
Barbara Garlaschelli ricorda Guido Leotta
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