lunedì 27 luglio 2009

Aurelio Lolli, una vita per l'Anarchia

Il 30 maggio 1999 moriva il compagno Aurelio Lolli. Gli mancavano poche settimane per compiere il secolo di vita, essendo nato a Castel Bolognese – la città in cui è poi sempre vissuto – il 10 agosto 1899. Era l'ultimo rappresentante superstite della terza generazione di anarchici castellani, composta da militanti nati tutti a cavallo dell'anno 1900 e che avevano iniziato a svolgere attività politica all'epoca della Prima guerra mondiale. Proprio la Grande guerra aveva rappresentato, per Aurelio come per tanti altri suoi coetanei, l'esperienza determinante della vita, quella che maggiormente lo aveva segnato.Divenuto anarchico giovanissimo, frequentando i libertari particolarmente numerosi all'epoca nella cittadina romagnola, si era schierato contro gli interventisti in nome dei suoi ideali umanitari, antimilitaristi e pacifisti. Dopo essere stato coinvolto nella chiamata alla leva dei "ragazzi del '99" era intenzionato a disertare, ma venne dissuaso dai familiari, consapevoli dei pericoli a cui sarebbe andato incontro. Rientrato in ritardo – dopo alcuni giorni di latitanza – in caserma ad Alessandria, dovette scontare alcuni mesi di carcere e venne poi inviato in Albania, dove rischiò la vita per avere contratto la malaria e poi la spagnola.Nel primo dopoguerra diede il suo contributo alla lotta contro il montante fascismo, prima della definitiva presa del potere da parte di Mussolini. Nel 1945, terminata la seconda guerra mondiale, contribuì alla ricostituzione del Gruppo anarchico di Castel Bolognese. Nel 1973 fu (con Nello Garavini, Giuseppe Santandrea e altri della sua generazione, già coinvolti come lui nella costituzione di una prima esperienza con lo stesso nome, nata nel 1916 e sviluppatasi per pochi anni nel primo dopoguerra), tra i fondatori della Biblioteca Libertaria di Castel Bolognese, che trovò una sede in locali di sua proprietà. Rimasto solo e senza eredi diretti dopo che erano decedute le due sorelle, Aurelio decise di destinare alla Biblioteca gli immobili di sua proprietà, e per rendere realizzabile questa sua volontà nel 1985 venne costituita la Cooperativa Biblioteca Libertaria "Armando Borghi", di cui fu Presidente fino alla sua morte. Senza la generosa donazione di Aurelio Lolli la Biblioteca Libertaria di Castel Bolognese – che oggi costituisce una realtà viva e attiva sul piano culturale e politico, coinvolgendo persone di varie generazioni – probabilmente da tempo non esisterebbe più. Anche in nome di questa consapevolezza, i soci della Cooperativa Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" desiderano in questo decimo anniversario della morte commemorare il loro primo Presidente, ricordandolo – con immutati sentimenti di affetto e di gratitudine – come un esempio di generosità, di coerenza e di fedeltà agli ideali libertari.


Aurelio nel ricordo di Tommaso Marabini, "Marabbo"


Ho conosciuto un giovane di Castel Bolognese che, come obiettore di coscienza, aveva fatto l'assistente domiciliare ad Aurelio Lolli, l'ultimo degli anarchici castellani nati a cavallo tra il XIX e il XX secolo a lasciarci. Mi raccontò che l'anziano compagno lo invitava a non passare la giornata in casa sua, di andare a godersela all'aperto. Già: Aurelio, nato il 10 agosto 1899 e scomparso il 30 maggio sfiorando il secolo di vita, amava le giornate di sole.E' ancora ragazzo quando esce dall'osteria, ritrovo degli anarchici castellani, col passo di chi ha scelto un ideale e lo sa portare per tutta la vita. Quel perpetuato atto d'amore tra sé e l'umanità, esercitato puntigliosamente, si scontra con i drammi del "secolo breve": prima guerra mondiale, fascismo, seconda guerra mondiale, guerra fredda… Il primo confitto vede Aurelio disertore, poi militare, in cucina però e dopo essersi fatto alcuni mesi di carcere (nei suoi racconti sapeva rendere il militarismo buffo e crudele al contempo). Poi la malaria, la spagnola, un fratello morto in guerra, il biennio rivoluzionario, la Resistenza: "L'abbiamo cominciata noi anarchici, nel 1920-21".Nel 1945 è tra i compagni che ricostituiscono il gruppo anarchico di Castel Bolognese e pochi mesi prima di morire dichiara a un settimanale faentino: "Anarchico è il pensiero, verso l'anarchia va la storia. Io lo dico ancora". La sua scomparsa avviene quando, insieme ai compagni locali, ci si era proposti di organizzare un piccolo ritrovo per i suoi cento anni, lasciandomi attonito e un po' smarrito al suo funerale. Ricordo le bandiere, i canti anarchici, l'assenza del prete.

2 commenti:

  1. Ce ne vorrebbero di più di personaggi del genere.. soprattutto in questi periodi!

    Saluti

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