Pochi lo sanno ma sulla strada che costeggia il lato nord del porto-canale di Cesenatico (che non è stato disegnato da Leonardo da Vinci come tutti credono, in quanto l'escavo fu compiuto nel primo 1300), oltre al Municipio e alla casa-museo di Marino Moretti, di cui parleremo in altra occasione, vi è un bellissimo e quasi sconosciuto museo della Marineria dell'Alto Adriatico, con annessa una sala che espone ritrovamenti locali che risalgono al tempo dei Romani che centuriarono la zona durante il primo Secolo avanti Cristo, costruendo la Via Popilia, che da Rimini (allora Ariminum) prendeva l'avvio dalla Via Flaminia che veniva da Roma e dalla Via Emilia che portava a Piacenza, e che portava poi a Ravenna. Il museo racconta la vita grama e durissima dei pescatori cesenaticensi e dei grandi cantieri adriatici che allestirono i bragozzi (lo stesso tipo di imbarcazione che portò Garibaldi da Cesenatico verso Venezia durante la "Trafila Romagnola"), che sfidavano l'Adriatico con enormi velature colorate con gli stemmi delle famiglie armiere, per portare derrate alimentari e altre merci verso la Croazia da dove ripartivano con legname e carbon fossile. Soltanto durante le due guerre mondiali a queste poderose regine del mare furono applicate motori diesel con l'ausilio di portarle più facilmente al largo. E ora spazio alle foto!
martedì 28 giugno 2016
Museo della Marineria a Cesenatico
Pochi lo sanno ma sulla strada che costeggia il lato nord del porto-canale di Cesenatico (che non è stato disegnato da Leonardo da Vinci come tutti credono, in quanto l'escavo fu compiuto nel primo 1300), oltre al Municipio e alla casa-museo di Marino Moretti, di cui parleremo in altra occasione, vi è un bellissimo e quasi sconosciuto museo della Marineria dell'Alto Adriatico, con annessa una sala che espone ritrovamenti locali che risalgono al tempo dei Romani che centuriarono la zona durante il primo Secolo avanti Cristo, costruendo la Via Popilia, che da Rimini (allora Ariminum) prendeva l'avvio dalla Via Flaminia che veniva da Roma e dalla Via Emilia che portava a Piacenza, e che portava poi a Ravenna. Il museo racconta la vita grama e durissima dei pescatori cesenaticensi e dei grandi cantieri adriatici che allestirono i bragozzi (lo stesso tipo di imbarcazione che portò Garibaldi da Cesenatico verso Venezia durante la "Trafila Romagnola"), che sfidavano l'Adriatico con enormi velature colorate con gli stemmi delle famiglie armiere, per portare derrate alimentari e altre merci verso la Croazia da dove ripartivano con legname e carbon fossile. Soltanto durante le due guerre mondiali a queste poderose regine del mare furono applicate motori diesel con l'ausilio di portarle più facilmente al largo. E ora spazio alle foto!
lunedì 20 giugno 2016
STRADE BLU 2016
Torna Strade Blu, partito esattamente 15 anni fa da Modigliana, piccolo paese sulle colline forlivesi e da allora in slalom fra i generi e i centri della Romagna. Oltre metà cartellone gratuito, come sempre, e l'altra metà a biglietti calmierati. Uno sguardo partito dal roots e dal blues che si è allargato fino a sfiorare la contemporaneità.
Si comincia il 19 giugno al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza con la leggenda Richard Thompson - RT, uno
dei pochi giganti mai apparsi a queste latitudini, poi il sontuoso
ritorno in pista dei Tortoise (18 luglio), il blues africano dei
Tinariwen (29 luglio) - il primo dei due eventi in collaborazione con
gli amici di acieloaperto, che fa il paio con il concerto solo di Cat
Power (6 settembre) alla Rocca Malatestiana Cesena Bene Comune - e la
nuova declinazione roots di The White Buffalo (28 luglio), e poi i nuovi
dischi di due vecchi amici del festival Hugo Race Fatalists (14 luglio)
e Dan Stuart (8 luglio), con ospiti speciali Sid Griffin dei The Long
Ryders e Chris Cacavas Music, e poi le serate "club" con proposte
particolari, la musica cinematica del Concerto Illustrato degli OPEZ (27
luglio), Dino Campana riletto da Massimiliano Larocca e Riccardo Tesi
(26 luglio), il rock and roll di Bob Malone (6 agosto).
"E' un cartellone più breve di quello dello scorso anno, come spesso
capita negli anni dei Mondiali e degli Europei, ma è comunque un buon
cartellone. L'idea alla base di tutto - dicono gli organizzatori - è
quella di una continuità dinamica con tutti gli stimoli lanciati e
raccolti in quindici anni di ricerca sull'idea del folk contemporaneo.
Definizione imprendibile, che necessita di continui aggiornamenti, una
ricerca che non può limitarsi a guardare in avanti - al presente
dell'attualità, o della novità - ma che oggi più che mai deve sapere
cercare la profondità".
Il risultato è un calendario compatto,
vario eppure familiare, senza gerarchie. Un invito all'ascolto che
comprende grandi appuntamenti internazionali, ritorni e prime volte,
globalismo e localismo, nord e sud. Sempre con uno sguardo attento sui
confini (più in movimento) in cui i suoni delle terre mischiano colori e
tavolozze, in una linea che definisca un possibile folklore del
Contemporaneo.
LA BELLA ARTE DELL'ACQUACHETA
Anteprima della mostra
celebrativa che si terrà in Germania. In occasione del decennale del
gemellaggio con la Comunità di Hofbieber. A Modigliana la mostra
degli artisti che saranno selezionati, dal 22 giugno al 3
luglio. A cura dell'Unione dei Comuni della Romagna Forlivese.
mercoledì 1 giugno 2016
BELLARIA FILM FESTIVAL 2016
Edizione da incorniciare questa del BELLARIA FILM FESTIVAL da poco conclusosi. Spicca tra gli altri il bellissimo film di Alex Infascelli sulla figura di Emilio D'Alessandro da Cassino, per quasi trent'anni autista e factotum di Stanley Kubrick. Una storia di profondissima umanità, di stima e affetto reciproco fra i due. Era presente lo stesso Emilio D'Alessandro, ora 75enne e felicemente nonno (la moglie è inglese e lui era a Londra già dal 1960). Bello anche il film sul grande caratterista siculo-americano Vincent Schiavelli, morto nel 2005 in Sicilia dopo anni trascorsi a Hollywood, e ritrovato dal 27enne figlio Andrew, nome di punta del pop americano attuale. Bei film e pure tutti gratuiti. Nella foto immediatamente sotto Emilio D'Alessandro intervistato dal responsabile del Festival, insieme al regista. Da notare che nell'intervista dentro il film, D'Alessandro si esprime in un perfetto inglese, mentre dal vivo parlava in dialetto ciociaro. D'altro canto ora vive in campagna e svolge mansioni dedite all'agricoltura.
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