Una delle battaglie più sanguinose di tutti i tempi. Anche questo fu un effetto della "globalizzazione", sia pure in modo indiretto, in quanto la conquista dell'America stava ridisegnando nuovi equilibri e nuove potenze all'interno dell'Europa. Anche allora la potenza del soldo, e dei commerci, era esiziale nel contesto umano e sociale. Nel 1503 muore Alessandro VI, il Papa della famiglia Borgia, e dopo un solo mese muore anche il successore Pio III. Viene quindi elevato al Soglio Pontificio Giulio II, della potentissima famiglia romana Della Rovere (sarà quello che inizierà l'edificazione della odierna basilica di San Pietro), che riprende subito i programmi bellici del Borgia. Nel 1506 iniziò il recupero dei territori romagnoli caduti in mano veneziana, di Bologna, ritornata ai Bentivoglio, di Pesaro, ritornata agli Sforza, e di Perugia, di nuovo in mano ai Baglioni. Grazie all'alleanza col Re "cattolicissimo" di Francia Luigi XII, prese senza combattere Perugia, e poi cinse d'assedio Bologna, che cadrà l'11 novembre 1506. Nel 1508 Giulio II strinse ulteriori alleanze per ridurre ulteriormente la potenza di Venezia. Il tutto si concretizzò il 10 dicembre 1508 a Cambrai, in Francia, dove oltre al padrone di casa aderirono l'Imperatore Massimiliano d'Asburgo, il Re di Napoli Ferdinando II e il Duca di Ferrara Alfonso d'Este. Il 14 maggio del 1509 le truppe alleate travolsero i Veneziani ad Agnadello, tra Brescia e Verona, e la Serenissima dovette abbandonare Lombardia, Romagna e i suoi possedimenti in Puglia. Il 22 dicembre di quell'anno, inoltre, una flotta di barconi veneziani che cercava di risalire il Po, venne intercettata a Polesella di Rovigo dalle batterie ferraresi e colata a picco quasi per intero. Venezia, allora, cercò una via d'uscita attraverso la diplomazia. Cedendo i territori romagnoli e pugliesi, disgregò l'alleanza, e indusse Giulio II a revocare la scomunica data a Venezia, in quanto resosi conto della sempre più ingombrante presenza dei Francesi. Nel frattempo si aprì un contenzioso fra la "Santa" Sede e il Duca di Ferrara, partendo dal fatto che il Duca voleva riaprire le saline di Comacchio che poi avrebbero fatto concorrenza a quelle di Cervia. In realtà la posta in gioco era ben più alta: lo stato di Ferrara si delimitava a forma di mezzaluna fra Emilia e Toscana, partendo dall'Adriatico e terminando sulle coste della Versilia, passando attraverso le ricche città di Modena e Reggio Emilia, intercettando così (e tassando) i commerci fra Nord e Centro Italia. Nell'agosto 1510 il Duca di Ferrara viene scomunicato e dichiarato decaduto da tutti i suoi feudi avuti in vicariato dalla Chiesa. Ciò provoca l'immediata reazione della Francia, che si schiera con Ferrara. Le truppe del Papa entrano nella Romandiola (la Romagna Estense) ed espugnano il castello di Lugo all'alba del 20 agosto 1510, quindi avanzano verso l'attuale confine fra le province di Ravenna e Ferrara, raggiungendo la Bastìa del Zaniolo, presso Lavezzola, punto strategico sul Po di Primaro (l'attuale Reno), che verrà conquistata al terzo assalto. Ma il Duca Alfonso riprenderà tutto entro il maggio successivo.
lunedì 9 aprile 2012
Pasqua 1512, la battaglia di Ravenna, contesto storico e antefatti
Una delle battaglie più sanguinose di tutti i tempi. Anche questo fu un effetto della "globalizzazione", sia pure in modo indiretto, in quanto la conquista dell'America stava ridisegnando nuovi equilibri e nuove potenze all'interno dell'Europa. Anche allora la potenza del soldo, e dei commerci, era esiziale nel contesto umano e sociale. Nel 1503 muore Alessandro VI, il Papa della famiglia Borgia, e dopo un solo mese muore anche il successore Pio III. Viene quindi elevato al Soglio Pontificio Giulio II, della potentissima famiglia romana Della Rovere (sarà quello che inizierà l'edificazione della odierna basilica di San Pietro), che riprende subito i programmi bellici del Borgia. Nel 1506 iniziò il recupero dei territori romagnoli caduti in mano veneziana, di Bologna, ritornata ai Bentivoglio, di Pesaro, ritornata agli Sforza, e di Perugia, di nuovo in mano ai Baglioni. Grazie all'alleanza col Re "cattolicissimo" di Francia Luigi XII, prese senza combattere Perugia, e poi cinse d'assedio Bologna, che cadrà l'11 novembre 1506. Nel 1508 Giulio II strinse ulteriori alleanze per ridurre ulteriormente la potenza di Venezia. Il tutto si concretizzò il 10 dicembre 1508 a Cambrai, in Francia, dove oltre al padrone di casa aderirono l'Imperatore Massimiliano d'Asburgo, il Re di Napoli Ferdinando II e il Duca di Ferrara Alfonso d'Este. Il 14 maggio del 1509 le truppe alleate travolsero i Veneziani ad Agnadello, tra Brescia e Verona, e la Serenissima dovette abbandonare Lombardia, Romagna e i suoi possedimenti in Puglia. Il 22 dicembre di quell'anno, inoltre, una flotta di barconi veneziani che cercava di risalire il Po, venne intercettata a Polesella di Rovigo dalle batterie ferraresi e colata a picco quasi per intero. Venezia, allora, cercò una via d'uscita attraverso la diplomazia. Cedendo i territori romagnoli e pugliesi, disgregò l'alleanza, e indusse Giulio II a revocare la scomunica data a Venezia, in quanto resosi conto della sempre più ingombrante presenza dei Francesi. Nel frattempo si aprì un contenzioso fra la "Santa" Sede e il Duca di Ferrara, partendo dal fatto che il Duca voleva riaprire le saline di Comacchio che poi avrebbero fatto concorrenza a quelle di Cervia. In realtà la posta in gioco era ben più alta: lo stato di Ferrara si delimitava a forma di mezzaluna fra Emilia e Toscana, partendo dall'Adriatico e terminando sulle coste della Versilia, passando attraverso le ricche città di Modena e Reggio Emilia, intercettando così (e tassando) i commerci fra Nord e Centro Italia. Nell'agosto 1510 il Duca di Ferrara viene scomunicato e dichiarato decaduto da tutti i suoi feudi avuti in vicariato dalla Chiesa. Ciò provoca l'immediata reazione della Francia, che si schiera con Ferrara. Le truppe del Papa entrano nella Romandiola (la Romagna Estense) ed espugnano il castello di Lugo all'alba del 20 agosto 1510, quindi avanzano verso l'attuale confine fra le province di Ravenna e Ferrara, raggiungendo la Bastìa del Zaniolo, presso Lavezzola, punto strategico sul Po di Primaro (l'attuale Reno), che verrà conquistata al terzo assalto. Ma il Duca Alfonso riprenderà tutto entro il maggio successivo.
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Caspita... un racconto bello pieno... anche abbastanza "teatrale" secondo me... sembra incredibile, ma la storia d'Europa fino al secondo conflitto mondiale è tutta costellata da episodi bellici e da complotti e molto altro come questi da te descritti così mirabilmente ed efficacemente... lo sai che non te lo dico per piaggeria, ma complimenti davvero per avere riproposto in questo bellissimo blog tali contesti storici, scenografie, sceneggiature e personaggi.
RispondiEliminaspero ti avvinca anche il finale della storia, mi sono avvalso di vari testi... e ho fatto vari sopralluoghi sul teatro della battaglia, fa impressione vedere la campagna vuota attorno alla Colonna e pensare che lì è morta così tanta gente... è un luogo decisamente sinistro.
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