domenica 11 dicembre 2011

L'attore in bicicletta - da un post del 2007 -

Mogliano Veneto - 9 novembre 1926
Firenze – 5 dicembre 2007


Toni Comello è morto a 81 anni dopo averne spesi cinquanta a divulgare cultura come studioso, autore, traduttore, formatore, attore e regista. La somma sintesi della sua vita artistica rimane nelle sue Esplorazioni Dantesche.
A trent’anni diede vita, insieme al ravennate Walter Della Monica, al TREBBO POETICO (dal latino TRIVIUM, il punto d’incontro tra le vie del poeta, dell’attore e dello spettatore): incontri popolari di piazza in Italia e all’estero, spesso in presenza dei più grandi poeti italiani, Ungaretti in prima fila, dal ‘57 Presidente del Trebbo. Per ascoltare la Poesia spiegata e recitata da Comello con rigore e passione ma senza accademismi, confluiscono folle, composte da persone di ogni ceto e livello culturale, dai contadini agli intellettuali, dal Presidente della Repubblica ai minatori emigrati in Olanda.
A partire dal 1960 propone anche spettacoli-documentario su tematiche civili: Risorgimento, Resistenza, l’enciclica "Pacem in terris" di Roncalli, l’opera di Gramsci.

Nel 1965 si stabilisce a Milano, in via De Amicis 17, dove fonda il Centro di Lavoro Teatrale "Il Trebbo", instaurando un rapporto privilegiato con la Scuola e l’Università: inventa e diventa sè stesso il teatro del ’68, e prosegue nell’opera di avvicinamento ai grandi testi della letteratura italiana: Dante, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Ungaretti, Montale.
Sono di questi anni i suoi spettacoli più memorabili: "Serva Italia", "Antigone", "Con atto e con parola".

Dal 1977 inizia a lavorare per la Scuola dell’obbligo, inventando "Le Favole della Realtà", spettacoli-lezioni-gioco su argomenti scolastici: imparare divertendosi, una scuola in movimento. Con un seguito tuttora enorme: in trent’anni di repliche hanno partecipato oltre un milione di scolari.
Il primo lavoro è un omaggio a Montale, che presenzia commosso a un incontro con centinaia di bambini che esponevano i propri disegni ispirati dallo spettacolo.

Nel corso degli anni crea una dozzina di lezioni-gioco (storia, matematica, scienze, musica), seguiti da 50.000 alunni ogni stagione, provenienti da ogni angolo della Lombardia. Negli ultimi anni arrivano al Trebbo maestre già venute da piccole. E da diverse stagioni altri gruppi teatrali mettono in scena "Le Favole della Realtà" a Torino, Bergamo, Firenze, Roma.

Toni Comello continua inoltre a girare l’Italia per far conoscere la Poesia ai giovani. Lo fa in bicicletta, fino a 75 anni, dal Salento alla Carnia e fino alla Sardegna.
Quando smette di pedalare continua comunque a lavorare: licei e associazioni di tutta Italia continuano a richiedergli le sue Esplorazioni Dantesche. E, sentendosi ormai "pronto", dopo una vita passata a studiare la Divina Commedia, inizia a tradurre Omero e Virgilio.

Negli ultimi anni corona un suo sogno: stabilirsi a Firenze, lasciando parzialmente Milano, dalla cui Amministrazione non ha mai ricevuto la giusta considerazione. Si pensi che nel 1994 ricevette perfino lo sfratto dal Comune, che fu subito revocato a causa del fiume di lettere di indignata protesta, (capofila il poeta Andrea Zanzotto, recentemente scomparso), provenienti da personalità dello spettacolo, della cultura, della società civile e dell’università, oltre a migliaia di firme di presidi, professori, maestre, studenti e alunni di tutta Italia. Supportato da studiosi europei e americani, mette in piedi a Firenze a ottant’anni, un centro di studi danteschi per proseguire la divulgazione della Divina Commedia agli studenti stranieri e italiani in gita scolastica, con il vigore e la precisione di sempre. Fino all’ultimo in salute, muore a causa di un’improvvisa malattia.

Ho postato questo copiaincolla per celebrare uno dei più grandi attori e interpreti della Divina Commedia, ma non solo. Proprio in Romagna, il 6 gennaio 1956 a Cervia, partì l'avventura del TREBBO POETICO. L'esperienza durò fino al 1965 e toccò vari paesi d'Europa. Della Monica, che nel 1974 fondò il Centro Relazioni Culturali a Ravenna, ora lo celebra con un CD di letture che partono da quel fatidico 1956, ma tutto questo dopo anni di silenzio e disinteresse nei suoi confronti. Ravenna e la Romagna lo avevano dimenticato: in una sola occasione tornò a trovare Della Monica, sollecitato dal poeta Fausto Fori, e non fu un incontro memorabile. Su Youtube si trovano ancora spezzoni del grande Toni, assolutamente fantastici. Nella disgrazia occorre dire che la morte gli ha risparmiato di vedere gli ulteriori orrori di questi anni, con la cultura relegata sempre più in basso e con il Dio Denaro a farla sempre più da padrone. Magra consolazione, però.

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Sempre a proposito di Tony Comello...

lunedì, 23 novembre 2009


la Sbonfiata del lunedì

Quando nel 1971 il buon vecchio Walter Della Monica da Ravenna, animatore insieme allo scomparso Tony Comello di quell'esperienza entusiasmante che fu il "Trebbo Poetico" che infiammò dal 1956 al 1965 le piazze di ogni parte d'Italia, ideò il Premio Giornalistico "Guidarello" per dare un giusto riconoscimento ai giornalisti che valorizzavano l'arte e la cultura emilio-romagnole, non poteva immaginare nemmeno lontanamente gli sviluppi che avrebbe preso. Per circa trent'anni il Premio fu gestito da personaggi locali comunque di altissimo spessore (uno per tutti, Sergio Zavoli), premiando giornalisti locali ma anche nazionali sia per il loro contributo alla conoscenza delle nostre zone e delle loro peculiarità, sia per la loro caratura e autorità indiscussa. Ad esempio nel 1990 ebbi la fortuna di incontrare uno dei miei idoli assoluti, Gianni Brera, un anno prima che morisse in un incidente d'auto. Ma i tempi cambiano, si sa, e una città come Ravenna non può vivere solo di basiliche bizantine, di mosaici e simili quisquilie. E così da qualche anno anche il "Guidarello" si è "modernizzato". Via l'ottuagenario Della Monica, e con lui anche tutti quelli che hanno reso questo premio da provinciale a nazionale, e di grande lustro, e dentro un nuovo comitato presieduto da uno che di giornalismo se ne intende, eccome: il mitico Bruno Vespa. Sì, proprio quello che nel dicembre 1969 informò l'Italia tutta che era stato preso il vile attentatore di Piazza Fontana, l'anarchico Pietro Valpreda, scagionato dopo anni di processi e dopo avergli rovinato l'esistenza. Insomma, largo ai giovani e al "nuovo" che avanza. E cosa t'inventa il Vespabruno per "rialzare" le sorti del Guidarello? Idea da cento milioni: premiare ogni anno un personaggio televisivo, notissimo, ma che col giornalismo non c'entra un'emerita cippa di cazzo. E così, dopo Mike Bongiorno, Paolo Bonolis e Fiorello, quest'anno è toccato a Gerry Scotti, che, almeno lui, ha fatto l'unica domanda intelligente possibile da fare: "Ma perchè mi avete premiato?". Dopo questo picco isolato, il buon Gerry è subito ritornato nella media, o meglio, nella Mediaset, lamentandosi della lontananza dagli studi di Silvio Berlusconi: "Sapete, per via del conflitto d'interessi". Vero, Gerry, e magari perchè non dorme la notte per evitare processi o per studiare nuove barzellette da usare durante "vertici" come quello della FAO. Ma Vespa non si è fermato qui. Ai ragazzini delle tante scuole locali presenti nell'ottocentesco Teatro Alighieri ha raccomandato di non fare i giornalisti (giusto, se devono seguire il suo esempio...), e magari di costruire macchine movimento terra (serviranno molto, dato che stanno affossando l'agricoltura). Ovviamente non c'era solo il Riso Scotti fra i premiati, ma anche giornalisti veri come Oscar Giannino che ha demolito i giornalisti economici dipingendoli come i "più stupidi di tutti" (io mi sarei limitato a prezzolati), Massimo Mucchetti e Mario Deaglio. Mucchetti in particolare ha gelato la borghesissima e tronfia platea dicendo che se fosse in Berlusconi "comincerei a tassare il capitale morto", ossia le seconde, triple e quarte case, rintuzzato però dal VespaB. che ha rassicurato gli indigenti presenti dicendo: "Ma Berlusconi tanto non lo farà mai". Tra i premiati col Guidarello ad honorem un altro famoso "giornalista", Guido Bertolaso, che ha confermato il proposito di mollare la Protezione Civile a fine anno, rintuzzato dallo straziato VespaBrrrr che lo ha implorato di rimanere, perchè lui è colui "che insieme a Berlusconi ha risolto il problema dei rifiuti a Napoli". E anche qui giù applausi. Più tiepidi invece gli applausi al sindaco Matteucci (PD ma non lo dimostra) a cui il solito insetto ha chiesto come si sente nelle vesti del sindaco "giustiziere", dato che a Ravenna ormai ti proibiscono persino di respirare emettendo suoni di frequenze troppo acute pena multe salatissime. Insomma, questo è quanto. Termino dicendo che ai tempi di quando conobbi il mitico Giuanun collaboravo con sei testate giornalistiche locali e nazionali, e al Guidarello un pensierino ce l'avevo fatto, magari in età matura. Se lo tengano per loro, adesso, il loro premio di merda. Io adesso ho l'amore e i baci di Pralina, e questo è il mio premio più bello. E comunque non perdetevi le prossime edizioni. Potrete vedere dal vivo Pippo Baudo, Antonella Clerici, lo stesso Berlusconi...

dal blog "Versi e Versacci" Splinder


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